Siamo tutti sensitivi?
NOTA INFORMATIVA:
Ricordiamo che i trattamenti sciamanici, trattamenti, spirituali e insegnamenti non sostituiscono i comuni, consueti e normali trattamenti e cure mediche praticati da medici qualificati. La pratica sciamanica non è volta ad effettuare diagnosi mediche, no, sostituisce in alcun modo cure mediche appropriate o terapie professionali per problemi mentali, la pratica sciamanica, gli insegnamenti spirituali, non sono pareri medici e non devono essere considerati come tali.
La facilitazione di pratiche magico-sciamaniche, spirituali e relativi trattamenti e riti sono destinati al benessere dell’individuo e non creano un rapporto medico-paziente. La pratica magica o sciamanica e spirituale non si rivolge alla risoluzione di problemi mentali, nè vengono accettati clienti con problemi mentali o sotto cura psichiatrica.
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La sensitività è la capacità di utilizzare i sensi spirituali e non i sensi fisici, per avere percezioni al di fuori del comune sentire.

Trascrizione del video:
Salve a tutti, sono Alex Peverada, operatore esoterico e operatore olistico.
Oggi vorrei parlarvi della condizione di essere sensitivi: cerchiamo di dare una definizione a questo termine che ormai è diventato molto popolare.
Innanzitutto io parlo di “condizione” perché di per sé non è una qualifica; molte persone si qualificano come sensitivi o sensitivi professionisti ma in realtà è più che altro – chiamiamola – una dote, un requisito, per essere un operatore in campo olistico, esoterico.
Che cosa significa questo? Dire “sono sensitivo” è un po’ come dire “so correre”.
Bene poi bisogna capire se sei un centometrista, un maratoneta, cioè la condizione dell’essere sensitivo è più un requisito per poter svolgere una professione. Chiarito questo, vorrei dire cos’è la sensitività. La sensitività è la capacità – mia definizione personale – di utilizzare i sensi spirituali e non i sensi fisici, per avere percezioni al di fuori del comune sentire.
La sensitività quindi è quel dono, quel talento che ti consente di andare oltre la percezione dei cinque sensi

Ci sono anche specializzazioni dell’essere sensitivo cioè la chiaroveggenza, la chiaroudienza e via dicendo cioè, capacità che vanno oltre il singolo senso comune, oltre i cinque sensi e capacità di specializzazione.
Rimaniamo sul generico e sul semplice, eventualmente se questo video vi piacerà, possiamo poi entrare nel dettaglio delle singole capacità di sensitività come la chiaroveggenza.
Il sensitivo, la sensitività quindi è quel dono, quel talento che ti consente di andare oltre la percezione dei cinque sensi e intuire dall’universo previsioni, preveggenze, visioni, sensazioni che non sono razionalmente riconducibili né ad un ragionamento logico, né alla percezione dei cinque sensi.
Anche la Treccani, i dizionari on-line, le enciclopedie, danno la visione del sensitivo come “colui che impara psicologia ha quindi questi doni, questi poteri”. La sensitività però, a livello comune, è connessa con la sensibilità quindi l’individuo sensitivo è anche sensibile, ed è vero il contrario? La persona sensibile è anche sensitiva, sì! Potremmo dire di sì, potenzialmente sì.
Quindi potremmo dire che tutti quanti siamo sensibili e siamo sensitivi, almeno parzialmente.

In realtà quindi potremmo dire che tutti quanti siamo sensibili e tutti quanti siamo sensitivi, almeno un pochino, almeno parzialmente.
Chi non sente le emozioni? Tutti quanti.
Chi non sente un minimo di empatia con gli altri? Tutti quanti.
Certo la persona più logica, più razionale, potrebbe essere un po’ meno sensibile; la persona più emotiva è più sensibile quindi, la sensibilità è la capacità del soggetto di entrare in sintonia, di sentire sensazioni ed emozioni proprie e altrui. La sensitività si spinge un po’ oltre estendendo non solo alle emozioni ma anche a fattori parapsicologici questa capacità dell’individuo di sentire.
La sensibilità è allenabile e contenibile, la sensitività è allenabile e contenibile.
Il praticante di sciamanesimo o lo sciamano ha un certo grado di sensitività perché è, come dicevo prima, una condizione.
Per essere sciamani o praticanti di sciamanesimo serve una certa dose di sensitività e sensibilità perché l’empatia è la capacità di cogliere e assorbire le sensazioni, le emozioni, le visioni, le percezioni del presente della persona che abbiamo di fronte, a volte anche qualcosa del passato e del futuro.
Ci consente di lavorare meglio.
È un po’ come se riuscissimo ad andare oltre il nostro io, la nostra personalità, fondendoci con l’universo, consultando le guide spirituali e sentendo l’altra persona.
Da dove nasce la sensibilità e la sensibilità? Forse ha un’origine attraverso le proprie esperienze di questa vita e delle vite precedenti….

Da dove nasce la sensibilità e la sensibilità? Questo non lo so però, i miei studi mi hanno portato a comprendere che forse ha un’origine attraverso le proprie esperienze di questa vita ed eventualmente delle vite precedenti. Chiaramente le vite precedenti non sono attualmente dimostrabili, sono solo teorizzate per chi ci crede. Ovviamente da praticante di sciamanesimo che lavora anche con le vite precedenti proprie e altrui, credo in questo aspetto quindi, l’individuo sensitivo probabilmente è stato sensitivo anche in questa vita e nella vita precedente.
Se è sciamano è stato probabilmente sciamano o guaritore nelle vite precedenti e quindi anche sensitivo. Se vogliamo essere un pochettino più razionali dobbiamo cogliere però ciò che è avvenuto in questa vita e quindi dire perché e come la persona è diventata sensibile e sensitiva.
In questo ci aiutano un po’ alcuni percorsi collaudati, assodati che sono stati svolti da professionisti che hanno portato allo sviluppo di teorie inerenti la sensibilità, la sensitività e la personalità di noi individui probabilmente stra-ordinari, sensitivi e sensibili.
In particolare, io faccio riferimento ai lavori sull’enneagramma di Claudio Naranjo psichiatra cileno che ha abbondantemente studiato questo sistema e il sistema delle cinque ferite.
Di entrambi i percorsi ho già accennato in due video precedenti che vi consiglio di andare a vedere: uno sulle cinque ferite e lo sciamanesimo, l’altro è sull’enneagramma e lo sciamanesimo.
Quindi il sensibile, colui che è stato tradito o abbandonato da piccolo, capta più facilmente le emozioni dell’altro…

Non c’è tempo per dare ulteriore spazio a questi argomenti, a questa trattazione però posso dirvi che l’enneagramma tipo 4 definito romantico, tragico, artista e via dicendo e, la personalità sviluppata sulla ferita di abbandono sono due cause per cui, entrambi gli autori Naranjo e Lise Barbeau – ho qualche difficoltà a pronunciare il suo nome – vedono fondamentalmente due personalità che sviluppano più facilmente sensibilità e sensitività, perché?
Perché l’individuo che ha avuto un trauma di abbandono – il trauma di abbandono c’è sia per la ferita specifica secondo le cinque ferite, sia per l’origine della personalità enneagramma tipo 4 – presenta un bisogno (generato dal trauma stesso) per il resto della vita di colmare quel vuoto d’abbandono. Quindi che cosa succede? La persona entra in contatto particolarmente con le proprie emozioni e quelle dell’altro perché tende più facilmente al processo di empatia, di diffusione, di dipendenza con l’altra persona e quindi, nel tentativo di colmare il proprio vuoto d’amore va in ricerca di apprezzamento, va in ricerca di contatto, va in ricerca di emozioni, non solo le proprie ma anche quelli degli altri, le capta.
Quindi il sensibile capta più facilmente le emozioni dell’altro; possiamo vedere la persona che piange per il gattino abbandonato, piange facilmente per il dolore altrui. All’opposto abbiamo il cosiddetto “insensibile”, è insensibile l’individuo che non riesce a percepire il dolore altrui.
Da questa sensibilità nasce la sensitività portata ad un livello superiore quindi, nel momento in cui ci sintonizziamo con le emozioni altrui, potremmo avere anche percezioni sensitive della situazione, avere una visione di quello che è il suo accaduto, di quello che è la sua storia personale o di altri aspetti non ordinari di quella persona. Se vogliamo rifarci alle teorie junghiane dell’inconscio collettivo potremmo dire che dal conscio e inconscio personale noi tendiamo a trarre informazioni dall’inconscio delle altre persone, dell’inconscio collettivo, se siamo sensitivi.
La sensibilità e la sensitività è allenabile…

Se siamo persone insensibili e non sensitive, come facciamo? Nessuno come già ho detto, secondo me, è insensibile, potremmo essere meno sensibili e meno sensitivi di altre persone ma, la sensibilità e la sensitività è allenabile e quindi, possiamo fare una serie di esercizi per allenarla (di questo ne parleremo in un prossimo video). Quello che mi preme dirvi sulla mia esperienza, quella delle altre persone con cui ho lavorato, pure di clienti e via dicendo è che la sensibilità e la sensitività sono un’arma a doppio taglio. Non sempre possono essere una cosa positiva soprattutto se non riusciamo a contenerle quindi, imparare a controllare e dominare le proprie emozioni aiuta a contenere la nostra sensibilità, altrimenti saremo sovraesposti alle emozioni altrui e quando una persona è un facilitatore o anche semplicemente quando una persona ha a che fare con amici, colleghi, clienti, eccetera ha bisogno di contenere la propria sensibilità, le proprie emozioni, altrimenti si diventa come una barca in mezzo ai flutti e ai flussi del mare, di maremoti, delle acque. Invece è importante che questa barca sia diretta da noi e non sia diretta dalle emozioni proprie o altrui.
Per quanto riguarda la sensitività, per mia esperienza, l’individuo “troppo” sensitivo può ritrovarsi in certi problemi, cioè in problemi di non riuscire a porre un confine tra le proprie percezioni e quell’altrui, fino a trovarsi in situazioni di disagio. Ho conosciuto alcune persone particolarmente sensitive – anche molto più sensitive delle mie doti sciamaniche – le quali non riuscivano a gestire le emozioni e ciò che ne derivava e, non riuscendo a gestirle ne venivano travolti ed era quasi meglio per loro non avere questo dono che diventava una sorta di problema, di danno, tant’è che alcuni di essi o alcune di esse, chiudevano questi canali totalmente spaventati dalle percezioni che avevano, non sapendo gestirle.
Persone eccessivamente sensibili quando elaborano i contenuti dell’altra persona oscillano della chiusura totale all’apertura totale…

Paradossalmente il buon Sciamano, il buon guaritore, il buon operatore olistico è la persona che sa dominare le proprie emozioni, elaborare i propri traumi da e/o di abbandono, o qualsiasi essi siano, che hanno generato la propria sensibilità e sensitività avendo una giusta dose di sensitività, la quale è in qualche modo attivabile più o meno, a discrezione. Io fortunatamente, per esempio, fuori dalla mia sessione di lavoro, fuori da un lavoro sciamanico, cioè fuori dal momento in cui chiudo e mi apro, ho la capacità di contenere la mia sensibilità e sensitività e vivere una vita più o meno normale, cioè dell’uomo comune, di quello che non è sensitivo.
Laddove invece ho incontrato persone eccessivamente sensibili o persone che magari ad ogni storia raccontata o semplicemente raccontando la propria storia personale piangevano e piangevano ancora, significa che hanno una sensibilità quasi eccessiva o non hanno elaborato abbastanza e, parimenti, quando elaboravano i contenuti dell’altra persona oscillavano della chiusura totale all’apertura totale e quindi dalla sensitività eccessiva alla sensitività chiusa, minima, perciò chiudono il canale di sensitività.
Questo è per un professionista poco tollerabile professionalmente, per una persona che non fa questo mestiere è un problema: vado al supermercato, vado al cinema, vado al teatro, vado in piazza il sabato pomeriggio e sento le emozioni degli altri, le energie altrui, è una vita difficile.
Chi è sensitivo deve imparare a gestirlo per non essere preda di forze

Chi è molto sensitivo e sensibile deve imparare a contenere, attraverso la ri-elaborazione del proprio passato e attraverso l’allenamento, questa dote e a direzionarla, perché il rischio è quello di essere preda di forze che sono rappresentate dal comportamento delle persone che ci circondano o addirittura preda di forze spirituali. Infatti, se io sono molto aperto, può entrarmi senza che mi renda pienamente conto o, quando è troppo tardi, può entrarmi nel mio campo di coscienza un’entità che non è necessariamente un angioletto che mi vuole far del bene, bensì un’entità che mi usa per scopi magari poco puliti e quindi, chi è molto sensitivo e chi è molto sensibile deve lavorare sui propri confini spirituali, confini sciamanici, direzioni, ruote di medicina – intuite di cosa sto parlando – e, chiudersi il minimo necessario per non farsi carico di emozioni altrui, di sensazioni altrui, di energie non proprie, soprattutto di energie indesiderate. Chi al contrario, vorrebbe fare un percorso per sviluppare le proprie qualità sensitive che sono da potenziare, può farlo lavorando sulle emozioni, lavorando su tecniche che sviluppino la sensitività e può farlo ampliando ciò che ha fondamentalmente in potenza. Se vi state chiedendo se siete sensibili e sensitivi oppure no, beh, se fate questa domanda, non lo sarete tanto perché generalmente chi è sensibile e sensitivo lo sa per esperienza. Può darsi anche che abbiate un piccolo potenziale che va allenato o che non avete dedicato abbastanza attenzione quindi, non perdete la speranza perché più ci si allena (questo vale in tutti i campi) nella vita, più comunque si tende a migliorare. Stessa cosa se pensate di essere troppo sensibili e sensitivi e avete giocato la carta “basta! Non voglio più avere a che fare con questi temi!”, sappiate che senza chiedere di chiudere totalmente i canali, si può modulare attraverso l’esperienza e attraverso la ri-elaborazione delle proprie capacità e del proprio passato, le tendenze che magari non controllate.
Aggiungo alcune nozioni prima di chiudere il video che riguardano la follia e le forme di malattie mentali o altre forme di problemi quali l’autismo.
Lo sciamano domina la follia, è sensitivo ma non ha problemi mentali

L’individuo speciale, l’individuo che ha problemi mentali o l’individuo autistico è l’individuo che in qualche modo ha delle parti fortemente irrazionali che vanno però oltre quelle che sono i canoni di quello che viene considerato “normalità”. La persona che ha forti problemi psichiatrici è colui che può avere problemi con la sensitività perché non la controlla. Non entro in tematiche psichiatriche o psicoterapeutiche perché non mi competono ma, è un dato di fatto che il folle, il visionario, colui che non controlla, riesce a volte a vedere cose che non ci sono ma queste cose che non ci sono a volte invece sono percezioni extrasensoriali. Quindi cosa vi sto dicendo? Vi sto dicendo quello che ho già ripetuto tante volte: lo sciamano, il medium, il guaritore ma, in particolare lo sciamano, è colui che come dice Castaneda aveva e ha nominato la sua follia trasformandola in follia controllata.
Lo sciamano è quell’individuo che si colloca nel giusto grado di sensitività e sensibilità perché riesce a stare nel mondo, a stare nella comunità, a lavorare con gli altri senza essere veramente un malato psichiatrico, una persona che ha problemi mentali e quindi non riesce a lavorare con gli altri.
Quindi sensitività, sensibilità, problemi psichiatrici, mondo onirico incontrollato, al livello più estremo diventano problemi invece che risorse e non sono controllabili; al livello contenuto ed allenato non vi sono problemi perché il vostro livello di sensibilità e di sensitività potremmo definirlo è giusto, anche se un giusto non c’è, è contenuto ed è contenuto al minimo necessario. Immaginate una persona che vede gli elefanti rosa volare: non riesce a relazionarsi con le persone così dette “sane” o “normali”; la persona invece che attraverso una tecnica come un viaggio sciamanico o come la meditazione, vede gli elefanti rosa ma può anche non vederli, è la persona che ha le doti, delle doti di sensitività e sensibilità. È chiaro che l’elefante rosa è semplicemente un esempio per farvi capire qualcosa di non ordinario.
Controllare l’empatia per gestire la sensitività

Quindi cos’altro possiamo fare per lavorare sulla nostra sensibilità e sensitività? Controllare come dicevo l’empatia che non sia troppo poco o eccessiva, direzionare le nostre emozioni, esplorarle, esplorare i nostri traumi, i nostri traumi di abbandono, il nostro bimbo interiore ferito: più lavoriamo ad esempio con la mia meditazione del bimbo interiore o qualche altra meditazione e soffriamo, piangiamo eccetera…, significa che siamo molto sensibili ma anche profondamente irrisolti e quindi abbiamo ancora da lavorare sui nostri confini spirituali ed emotivi per contenere la sensibilità. Più lavoriamo con quella meditazione sul bambino interiore, sui nostri traumi da piccolini e, riusciamo a vederli con distacco, più siamo nel potenziale di controllare la nostra sensibilità, emotività e sensitività. Più di fronte a questi traumi del passato, non proviamo nulla sia che siano propri o dell’altro, più vuol dire che non siamo in contatto con le emozioni, con la sensitività e con la sensibilità quindi c’è magari un lavoro da fare sull’apertura di cuore, sul quarto Chakra, sul sesto chakra, sul Settimo chakra – anche qui vi invito a vedere il video sui Chakra per saperne di più – per aprirsi a emozioni, sensazioni, visioni. Quindi fate un vostro check personale, un controllo su questi aspetti e ricordate che la persona che spesso diventa o vuole diventare un sensitivo, un guaritore è a sua volta una persona che è stata ferita e altro, come sempre da feriti a guariti a guaritori o comunque da sensibili a sensitivi. Se avete il dubbio di essere troppo sensibili, troppo sensitivi, potete farvi questa serie di domande:
Io sono dipendente in campo amoroso delle altre persone?
Io sono indipendente e autonomo?
Anche se siete sensitivi non è detto che ci prendiate sempre al 100% perché magari potreste sbagliarvi

Oppure tendo a dipendere dalle emozioni degli altri, tendo a dipendere dall’amore altrui, tendo a dipendere da figure paterne e materne, partner, amici, facilitatori, maestri…?
Più sono indipendente, più ho superato i miei traumi di abbandono e più posso controllare la mia sensibilità e sensitività; più sono dipendente, più la mia sensibilità e le mie emozioni dipendono dagli altri e quindi, essendo irrisolte, attraggono problematiche da parte del mondo della spiritualità, da parte del mondo delle energie sottili. Il check-inverso è “non sono sensitivo, non sono sensibile ma, posto svilupparlo?”
Sì, cominciando a lavorare proprio su questo: percepire le emozioni, ascoltare l’altro, dedicarsi all’altro, senza proiettare ma cominciando a sintonizzarsi sulle emozioni, sulle sensazioni che non ci appartengono e ricordate che la perfezione non esiste, anche in campo di sensibilità, sensitività, proprio perché stiamo muovendoci fuori da un territorio che non è razionale. Il giusto e sbagliato in senso assoluto non c’è, per cui se andate dello sciamano o dal medium, non aspettate che vi dica per forza tutto corretto per filo e per segno di quello che è la vostra storia personale, il vostro problema: avrà delle intuizioni, avrà delle visioni, alcune possono essere certe al 100%, altre interpretabili. Stessa cosa se voi siete sensitivi o se state cercando di sviluppare la sensitività.
Ricordatevi che non è detto che ci prendiate sempre al 100% perché magari potreste sbagliarvi, magari potrebbero esserci degli altri fattori di mezzo quindi, abbiate sempre l’umiltà di dire di non essere certi al 100%, di utilizzare il condizionale e non dite “io vedo il tuo passato, futuro e vite passate”… è un modo di fare poco pulito, poco etico, cercate sempre di essere indicativi ma mai totalmente risolutivi. Non utilizzate l’approccio da cartomante di basso profilo o da imbonitore, truffatore: “io ho il 100% delle risposte, io so la verità” ma dite: “io intuisco, a volte vedo, tendo a vedere intravedo, potrebbe essere così…” – Questo è un grande atto di umiltà secondo me. Non solo! Quando vediamo delle informazioni o sentiamo delle cose che non ci appartengono, bisogna avere anche la delicatezza per saperle comunicare, se ho una visione riguardo ad un trauma infantile non è che posso direttamente entrarci subito in quella persona. Ci potrebbe essere l’individuo in grado di poter parlare di un abuso fisico ricevuto, come l’individuo che non è pronto. Potrebbe esserci la persona che non sa nemmeno, non ricorda certi traumi del passato. Ci vuole la delicatezza quindi utilizzare le ipotesi, dire “potrebbe essere così oppure no”.
Il sensitivo ha più probabilità di vedere la verità ma quella assoluta ce l’ha solo Dio

Nella mia esperienza, avendo anche consultato tanti colleghi, tanti sciamani in giro per il mondo eccetera posso dirvi che il 100% di risposte non ce l’ha nessuno, spesso chi indovina, indovina all’ 80 – 90% sente qualcosa o non sente tutto.
I fenomeni ci sono sempre ma l’umiltà è quella che ci porta a non avere mai l’arroganza di presumere di avere in mano sempre la verità.
Il sensitivo ha più probabilità di vederla, la verità, ma la verità è sempre una sfaccettatura di un cristallo a mille facce e la verità assoluta ce l’ha solo Dio. Poi il sensitivo e il sensibile capta qualcosa in più, vede qualche faccia in più di questo cristallo ma, la visione globale non ce l’ha nessuno.
Bene! Vi auguro, se siete sensibili e sensitivi di continuare a lavorare con questa dote, cercando di trasformarla da problema a risorsa, elaborando i vostri traumi, i vostri limiti, gestendo, sapendo gestire le vostre emozioni e quelle altrui, senza esserne gestiti. Se pensate di non essere sensibili e sensitivi sappiate che c’è sempre un po’ di potenziale in ognuno di noi da tirare fuori: lavorate su voi stessi.
Grazie anche per oggi, per avere ascoltato questo video! Se vi piace questo video iscrivetevi al canale, continuate a seguirmi, visitate il sito www.lux-nova.it per chiedere un consulto, per partecipare agli eventi che tengo.
Buono sviluppo e gestione della vostra sensitività, grazie!
Nota: il testo potrebbe avere ricevuto piccoli modifiche in relazione al video, con l’unico obiettivo di essere reso più fruibile e scorrevole all’utenza web rispetto al dialogo originario.
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