Riflessioni dopo il viaggio sullo sciamanesimo tantrico nel 2018
NOTA INFORMATIVA:
Ricordiamo che i trattamenti sciamanici, trattamenti, spirituali e insegnamenti non sostituiscono i comuni, consueti e normali trattamenti e cure mediche praticati da medici qualificati.
La pratica sciamanica non è volta ad effettuare diagnosi mediche, no, sostituisce in alcun modo cure mediche appropriate o terapie professionali per problemi mentali, la pratica sciamanica, gli insegnamenti spirituali, non sono pareri medici e non devono essere considerati come tali.
La facilitazione di pratiche magico-sciamaniche, spirituali e relativi trattamenti e riti sono destinati al benessere dell’individuo e non creano un rapporto medico-paziente.
La pratica magica o sciamanica e spirituale non si rivolge alla risoluzione di problemi mentali, nè vengono accettati clienti con problemi mentali o sotto cura psichiatrica.
Abbiamo svolto un viaggio Iniziatico…
Alla scoperta del buddismo tantrico, dello sciamanesimo tantrico, dello sciamanesimo nepalese. Questo è il modo in cui ho vissuto il viaggio in Nepal con Marco Scarinci, la sua compagna Serena ed una banda di ragazzi simpaticissimi, molto preparati e colti che mi hanno accompagnato.
Questo è un video delle prime impressioni a pochi giorni dal rientro che mi sono giunte e che mi sento di condividere subito. Poi spero di riuscire a trovare il tempo per sbobinare il materiale e fare in modo di creare degli altri video più dettagliati sui contenuti del viaggio.
Allora la prima premessa è che è stato un viaggio molto particolare, sicuramente non un tour nè un viaggio turistico sia per la terra stessa che comunque è una terra molto particolare, non dedicata al turismo di massa e comodo di certi occidentali.
Fondamentale è stato l’apporto di una guida nepalese, Bhimsen che saluto, l’apporto di Marco Scarinci che aveva già fatto altri viaggi in Nepal; sono entrambi praticanti di sciamanesimo nepalese, sia Bhimsen che Marco Scarinci.
il fatto di avere comunque dei compagni di viaggio che conoscevano la spiritualità della terra che dovevamo incontrare… ha fatto sì che praticamente abbiamo fatto un viaggio Iniziatico, un viaggio molto intenso che è durato dieci giorni ma che sono sembrati 60; perché a volte riuscivamo a visitare anche due maestri nell’arco di una giornata, piuttosto che due posti sacri.
Non mi sono mai sentito nè minacciato, nè in pericolo.
Quindi ” un viaggio unico “. Tutti i viaggi sono unici, ma questo in particolar modo perché è riuscito a darmi tantissimo su tutti i piani: sia quello spirituale, sia sul piano della passione personale, piano del divertimento, piano lavorativo comunque sia. Premettendo che il Nepal è un posto molto sincretico da tutti i punti di vista, cioè è un posto dove da millenni si incrociano varie culture e varie religioni con un estremo rispetto delle tradizioni differenti, con un fortissimo sincretismo e sintesi di influenze tibetane, influenze induiste indiane, costumi del luogo, influenze Bon più l’apporto negli ultimi decenni dell’occidente.
La tecnologia occidentale ha portato questo paese a svilupparsi in maniera “incontrollata” per cui seppur anche la nostra terra, l’ Italia, sia un posto di forti contraddizioni… lì le contraddizioni sono ancora più evidenti. Ma il è bello che c’è rispetto, c’è rispetto della differenza, c’è il rispetto delle contraddizioni stesse, è un paese molto povero ma fra l’altro comunque molto sicuro.
Non mi sono mai sentito nè minacciato, nè in pericolo.
Le immagini che abbiamo dei maestri qui in occidente sono costruite ad uso e consumo della new age.
La cosa che più mi ha colpito di questo viaggio è il rapporto con i “Guru”, i guru stessi o maestri, come volete chiamarli, che non ricalcano per nulla lo stereotipo del Guru orientale che noi abbiamo in Italia.
Noi entriamo nei centri olistici e quando ci vengono a trovare i maestri dell’oriente spegniamo i cellulari, ci presentiamo con i nostri bei vestiti occidentali puliti, ci presentiamo in questi centri molto belli dove non c’è un granello di polvere, abbiamo arazzi, quadri che sono costati magari anche un sacco di soldi, dove tutto è studiato a puntino mentre loro mi rendo conto che sono molto più alla mano di noi.
Può capitare che durante una Puja, un rito, un guru prenda in mano il cellulare per parlare, interrompe il rito o vada avanti nonostante sia al cellulare. Non è una forma di mancanza di rispetto, è semplicemente capire che i valori delle persone sono totalmente diversi.
Le immagini che abbiamo dei maestri qui in occidente sono costruite ad uso e consumo della new age.
Ho trovato che coloro che chiameremmo qua maestri con là non lo chiameremmo e viceversa.
C’è un fortissimo ribaltamento di valori e questo mi è piaciuto tantissimo. Mi è piaciuto tantissimo perché ho trovato tanta umanità, tanta accoglienza, tanta disponibilità, mi sono reso conto che un sacco di credenze limitanti che abbiamo qua in occidente lì non esistono.
Lì si riesce andare oltre a molte cose che noi crediamo profonde ma in realtà scopriamo essere superficiali.
Noi occidentali siamo convinti che il maestro sia una persona che ha una calma interiore ed esteriore estrema, no.
Noi siamo convinti che il maestro sia una persona che ha una calma interiore ed esteriore estrema, no.
Io ho incontrato un Aghori che era incline alla rabbia. Noi siamo convinti che magari nelle pratiche di guarigione, nel pratiche sciamaniche, ma anche nei territori tradizionali devono essere fatte gratuitamente o vengano fatte gratuitamente, no. Si fanno pagare.
Poi però da noi invece gli occidentali criticano i praticanti di sciamanesimo che chiedono denaro per prestazioni di guarigioni spirituali.
Nei miei contenuti che spero di condividere continuamente e periodicamente in merito a questo viaggio, e spero anche altri viaggi, troverete sempre di più forti provocazioni e forti esternazioni per ribaltare quello che noi crediamo sia il giusto e sbagliato.
Al di là del giudizio, al di là di nostre credenze, ci rimapperemo dei mondi che crediamo di conoscere e li vedremo sotto una nuova luce o spero di riuscire a rendervi questo passaggio tale.
Ego sciamanico, ego non sciamanico… beh diciamo che alcuni amano definirsi e darsi di titoli, altri invece sostengono “io utilizzo il titolo che serve alla persona” quindi possono essere l’insegnante di yoga, come possono essere lo sciamano, come possono essere l ‘ Aghori e via dicendo.
Altri appaiono come più umili, altri appaiono come più autoreferenziali ma sempre comunque disponibili.
C’è un’enorme differenza a seconda dell’etnia, a secondo della cultura, a seconda del background spirituale, sia nel modo di porsi. C’è chi ha abiti tradizionali, chi non li usa, chi usa abiti tradizionali solo in certe cerimonie. C’è una certa differenza nell’utilizzo degli strumenti. Per cui lo sciamano Tamang usa l’abito tradizionale Tamang e il tamburo a doppia faccia Nepalese mentre ad esempio un altro tipo di maestro tantrico potrebbe benissimo utilizzare semplicemente una campanellina per entrare in trance, piuttosto che il Damaru, che è il tamburo che vedete nella figurazione di Shiva.
Quindi ci sono scelte personali e scelte tradizionali, così come ci sono guaritori sciamani tradizionali e guaritori che sono scelti dagli spiriti senza filiazione
Quindi ci sono scelte personali e scelte tradizionali, così come ci sono guaritori sciamani tradizionali e guaritori sciamani che sono scelti dagli spiriti e quindi non hanno una sorta di filiazione, patente, legittimità, come preferite chiamarla, e questo è anche a sostegno di noi occidentali.
Se del resto in occidente non abbiamo una tradizione sciamanica pura da millenni, quindi non abbiamo la tradizione attiva, e contiamo sul fatto che lo sciamanesimo però possa essere praticato in occidente per volontà delle guide spirituali e degli spiriti questo tipo di sciamani, che c’è anche Nepal, quelli scelti dal mondo dello spirito ci dà forza, ci dà credo.
Giustifica il fatto che sia un occidentale, sia un orientale che non ha un background tradizionale possa diventare sciamano perché è stato scelto dagli spiriti per avere questo compito. Questa è una cosa importante, ne abbiamo conosciuti più di uno. Ve li presenterò tramite il video e vi racconterò un pochettino le loro storie.
Il loro livello culturale varia, varia da chi è analfabeta e parla solo il Nepali o semi analfabeta, fino a chi addirittura invece conosce e scrive correttamente l’inglese, lo parla e magari naviga su internet e si confronta con altre persone. Anche questo da un lato facilita e dall’altro rende ancora più complessa l’interazione perché proprio questa variabile fra i vari maestri ci porta a dover utilizzare strumenti e modi di approcciarsi differenti.
Gli sciamani nativi che lavorano qua insegnano comunque uno sciamanesimo adattato…
Mentre da noi, qua in occidente, l’analfabetismo è ancora presente ma in maniera ridotta, per cui quando mi interfaccio con una persona do per scontato che sappia scrivere, leggere e comunicare almeno nella sua lingua ed un rudimentale inglese.
Altra cosa importante: abbiamo incontrato circa cinque tipi di maestri diversi e una decina di maestri in totale. Ognuno di essi era un portatore di una disciplina differente, quindi sciamanesimo tantrico piuttosto che buddista Newar, piuttosto che Aghori, poi entrerò nello specifico di che cosa significano questi titoli. Il fatto di aver visto così tanti diversi maestri ci ha dato la possibilità di capire meglio come e quali sono i tipi di insegnamenti che si possano più facilmente innestare in un percorso occidentale o al contrario chi di noi si sente più indirizzato verso un percorso specifico piuttosto che un’altro.
Chi si sente più chiamato dall’induismo, chi si sente più chiamato dal lamaismo tibetano perché appunto il Nepal, terra di crogiolo, terra di nascita di sincretismi quasi di tutto sembra possibile. I presunti sciamani tradizionali nativi che lavorano qua in Italia e lo sciamanesimo praticato in Nepal.
Gli sciamani nativi che lavorano qua insegnano comunque sia sciamanesimo adattato perché parlano di animali di potere, parlano di viaggio sciamanico eccetera. Scordatevi che uno sciamano nepalese sappia cos’è un animale di potere, che cos’è il viaggio sciamanico. Al massimo parlano di visione, parlano di mantra, parlano d’ incorporare una divinità; è da lì che parte tutto il percorso nepalese: le divinità.
La base dell’insegnamento sciamanico nepalese è l’incorporazione di Spiriti e Dei.
Questo rende ancora più difficile innestare in un percorso di sciamanesimo transculturare i loro insegnamenti perché sono fortemente connessi ai pantheon di quell’area geografica. Devono essere fatti per forza degli adattamenti.
Fra l’altro è mio parere che sia il lavoro offerto da chi arriva dai nativi americani o che ha ricevuto istruzioni da loro, sudamericani o nordamericani, sia da Harner pecchi un po’ delle possibilità offerte dall’oriente.
E’ come se in qualche modo nell’area geografica dell’america fosse stata in qualche modo già innestato più facilmente un percorso occidentale.
L’ area asiatica può fornire ancora di più e ancora più stimoli ed ancora più lavoro da svolgere da fare per inserire in un percorso di guarigione occidentale quei concetti.
Comunque la base dell’insegnamento sciamanico nepalese è l’incorporazione di Spiriti. Noi la chiamiamo incorporazione per spaventare meno ma di fatto è la possessione da parte della divinità del pantheon induista.
Sia che tu sia uno sciamano tradizionale, un guaritore tradizionale un buddista tantrico, un qualsiasi maestro del luogo è imprescindibile che tu lavori senza l’apporto di una divinità.
Un Maestro ha una divinità o più divinità con cui di solito si raffronta: Shiva, Ganesh, Kali, Durga e la incorpora.
Lascia che la divinità entri in te stesso, lo possegga parzialmente e da lì poi parte il lavoro di guarigione piuttosto che divinazione, un rito, un allontanamento di spiriti negativo.
Gli sciamani non spiegano come fanno le cose, le fanno!
Questo è molto in comune con le religioni afro caraibiche quindi vedremo poi come lavorano questi guaritori cercherò di spiegarlo il meglio possibile anche perché loro spesso non parlano molto.
Fanno il lavoro ma a differenza di noi occidentali non c’è tutta quella parte pseudo terapeutica, olistica di counseling, di discussione, di ascolto. Di fronte al problema si limitano a fare il rito.
Anche questo aspetto rende un pochettino più complessa l’interazione con loro perché non spiegano come fanno le cose, le fanno. Non perché non lo vogliono fare perché comunque sia il loro approccio è totalmente diverso da noi, da quello degli occidentali. Non meno saggio semplicemente differente.
Come sempre avrò sicuramente dato meno risposte di quello che vi aspettavate, sollevato ancora più domande, non posso far altro che dirvi di attendere i prossimi video e la descrizione poi dei vari lavori, dei vari riti che abbiamo svolto durante questo viaggio.
Grazie a tutti, buone pratiche di guarigione, buone pratiche olistiche, buone pratiche sciamaniche, se non ne fate magari è ora che iniziate a provarci.
Nota: il testo potrebbe avere ricevuto piccoli modifiche in relazione al video, con l’unico obiettivo di essere reso più fruibile e scorrevole all’utenza web rispetto al dialogo originario.
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