Luce e Ombra
NOTA INFORMATIVA:
Ricordiamo che i trattamenti sciamanici, trattamenti, spirituali e insegnamenti non sostituiscono i comuni, consueti e normali trattamenti e cure mediche praticati da medici qualificati.
La pratica sciamanica non è volta ad effettuare diagnosi mediche, no, sostituisce in alcun modo cure mediche appropriate o terapie professionali per problemi mentali, la pratica sciamanica, gli insegnamenti spirituali, non sono pareri medici e non devono essere considerati come tali.
La facilitazione di pratiche magico-sciamaniche, spirituali e relativi trattamenti e riti sono destinati al benessere dell’individuo e non creano un rapporto medico-paziente.
La pratica magica o sciamanica e spirituale non si rivolge alla risoluzione di problemi mentali, nè vengono accettati clienti con problemi mentali o sotto cura psichiatrica.
Bene e male sono una accezione possibile del concetto di luce e ombra…
Luce e ombra: che bel tema, che tema impegnativo! Allora cosa si intende per luce e ombra? Tendenzialmente, per chi è poco documentato sull’argomento, si tende a pensare subito a bene e male. Ma bene e male sono solo una accezione possibile del concetto di luce e ombra. Applicato all’uomo, secondo me, l’aforisma migliore per descrivere cosa è luce e ombra… è quello di Jung che dice “volete essere buoni o completi?” Provocazione ottima, direi. Volete essere buoni o completi? Perché questa domanda? Perché chi cerca di essere “troppo perfetto” o buono, chi cerca di stare solo nella Luce non guarda in profondità; una profondità di gran parte di sè stessi e della realtà che va esplorata. Va esplorata se vogliamo raggiungere l’illuminazione, se ci mettiamo un punto di vista e un obiettivo molto alto. Se invece vogliamo rimanere con un punto di vista più basso, semplicemente va esplorata anche l’ombra di se stessi, per capire chi siamo veramente, cosa conteniamo, quali sono le potenzialità dei nostri aspetti da esplorare, per crescere, per evolvere o semplicemente per accettarsi esattamente come si è.
Volete essere buoni o completi?
Il Tao è il simbolo, forse, per antonomasia che rappresenta meglio il concetto di luce e ombra. Perché se voi lo immaginate ha un aspetto pari di bianco, uno pari di nero, c’è un po’ di bianco nel nero, c’è un po’ di nero nel bianco; questo significa che comunque sia, non esiste la luce da sola, almeno qua nella dualità, nell’universo in cui siamo. Esiste una luce che è emanata e un’ombra che è proiettata dalla luce, ma non la possiamo escludere.
Quando osserviamo che la persona vuole rimanere esclusivamente nella luce? Quando nega a sè stessa di avere una parte in ombra, non la vuole vedere, la esclude, non la guarda: “Io sono sempre buono, io non mi arrabbio mai, io non parlo mai male di nessuno, io non farei questo, io non farei quest’altro.”
La persona perfetta non c’è, cioè la persona completa, cioè la persona che ha esplorato tutti i problemi interiori e le proprie ombre.
Quindi cos’è questa ombra di ogni individuo?
Quindi cos’è questa fantomatica ombra di ogni individuo? Ma anche da realtà stessa? L’ombra potremmo definirla come tutto ciò che si è sedimentato nell’inconscio quindi non è di immediato accesso che, in qualche modo, può emergere in maniera inconscia, non chiara, è qualcosa di noi che non vediamo o che non vorremmo vedere.
Un classico esempio: siamo genitori, a un certo punto ci ritroviamo nei confronti di nostro figlio, nostra figliai nostri figli a dover prendere una posizione comunque sia forte per un suo comportamento, sculacciata sul sedere e noi stessi diciamo: “mi è scappata! è stata la rabbia! mi è scivolata la mano!”
Cosa stiamo facendo? Stiamo vedendo una parte di noi, ma non vedendola. C’è una rabbia che è separata da noi, in questo momento, che è un’azione che proprio provenuta da un impulso, che non abbiamo controllato e che non vogliamo vedere.
Quella è una azione in ombra, noi ci crediamo genitori bravi, perfetti, buoni, io non tollererei mai questo comportamento da un adulto, da un altro genitore… mai mettere le mani addosso a un bambino eccetera…
Poi un giorno, in un momento particolare, ci troviamo a tirare uno schiaffo, uno sculaccione, al bambino. Questa cosa fatichiamo ad accettarla, è una cosa che non ci aspetteremmo da noi, perché? Perché non ci conosciamo così veramente come crediamo, finché non sperimentiamo qualcosa di nuovo nella nostra vita; finché non sperimentiamo un tratto della nostra ombra.
Ha esplorato una parte di sé che non includeva ancora
Altro esempio: coniugi sposati, lei per anni ha solo occhi per suo marito, magari durante un certo periodo questo marito comincia a trascurarla e a comportarsi in maniera poco etica o a non darle più l’amore di un tempo.
Lei si invaghisce di un collega, c’è il cosiddetto “tradimento” (per me è un bruttissimo termine, preferisco utilizzare il termine relazione extra coniugale, perché meno connesso al giudizio). In ogni caso succede, quella donna scopre un lato di sé che non conosceva, che non accettava, che non pensava mai che avrebbe fatto parte di sè. Comincia a giustificarsi con sè stessa, prima aggiudicarsi e poi a giustificarsi: “sono stata trascurata, io però ero innamorata, però ho perso la testa…”
In realtà semplicemente ha esplorato una parte di sé che non includeva ancora: impulsi sessuali, relazione extraconiugale…ecc…
In situazioni estreme, possiamo ritrovarci a fare cose che non ci aspetteremmo da noi stessi
Quindi cos’è il tema dell’ombra? Quello che c’è potenzialmente in ogni essere umano, in ogni essere umano!
Cioè potenzialmente un assassino come Hitler. potenzialmente! Questo non significa che tutti dobbiamo diventare Hitler. Ma che potenzialmente dentro di noi, c’è una Madre Teresa di Calcutta, un Gandhi, un Hitler e un Benito Mussolini; cioè quello che vogliamo dentro di noi, potenzialmente… e dobbiamo prenderne atto.
Ognuno di noi poi non è realmente destinato a diventare Madre Teresa di Calcutta ma ogni essere umano ha dentro di sè sia una parte luce, che una parte in ombra; quindi quando incontriamo una parte di noi che non vogliamo accettare, quando incontro una parte di un’altra persona che non vogliamo accettare, stiamo guardando una parte di ombra della realtà.
Se continuiamo a dire “sto nel pensiero positivo, e io faccio solo il bene, penso solo alla luce, parlo bene di tutti quanti” oppure “io non farei mai questo, io non farei mai quest’altro..” non siamo obiettivi! Perché in situazioni estreme, in situazioni nuove, in situazioni differenti, possiamo ritrovarci a fare cose che non ci aspetteremmo da noi stessi, agiti dall’Ombra.
Volete essere buoni o completi?
Voi direte: “ma questo cosa significa? che noi dovremmo lasciarci abbandonare a qualsiasi tipo di comportamento umano negativo semplicemente perché abbiamo una parte di ombra?” No, riconoscere l’ombra ha lo scopo di non farla agire inconsciamente. Cioè se io accetto, che dentro di me, c’è una parte di papà che potrebbe avere degli atteggiamenti aggressivi nei confronti del proprio figlio…se io accetto questa parte di me come una parte umana, smetto di giudicarmi. Proprio a quel punto posso essere padrone di me stesso veramente. Se so che dentro di me c’è il principio del relazione extraconiugale, tradimento, perché l’ho vissuto, perché l’ho fatto…se smetto di giudicarmi e capisco dietro quel fenomeno che cosa c’è, io a quel punto posso scegliere di non riproporlo, perché so le cause.
Il lavoro sulla Ombra è infinito
Gli psicoterapeuti che lavorano con l’Ombra, quindi la terapia sull’Ombra Junghiana, piuttosto che esperti quali come Ruediger Dahlke che ha lavorato molto con gli aspetti in ombra, oppure Assagioli che ha lavorato tantissimo con la psicosintesi su luci e ombre…possono aiutarci a capire che spesso un’azione che proviene nell’ombra ci aiuta a scoprire qualcosa di noi, a mettere a portare alla luce quello che era contenuto in ombra e superarlo.
Ritorniamo all’esempio della relazione extraconiugale, nel momento in cui una donna ha una relazione extraconiugale con un altro uomo, e questa cosa viene tenuta segreta nell’ombra, viene taciuta, la donna continua a giudicarsi e star male; se lei accetta questa cosa, la porta alla luce, magari va in psicoterapia con il marito e lui prende consapevolezza non solo del giudizio, ma di quello che è successo.
Il marito cioè comprende la dinamica di concorso di responsabilità, comunque quella donna ha agito così, perché ci sono stati probabilmente dei problemi all’interno della coppia, altrimenti non avrebbe reagito così.
Si può, lavorando su sè stessi, superare questi esempi. Superare queste situazioni di Ombra. Quindi il lavoro sull’ombra una volta fatto è fatto, no? NO, il lavoro sulla ombra è infinito, perché è grande tanto quanto l’inconscio. Ogni volta che noi ci ritroviamo una situazione nuova di vita, c’è potenzialmente dietro qualcosa di ombra che non conosciamo, di noi stessi o dell’altro.
Se ignoriamo il lato Ombra… esso agirà nella nostra vita per noi.
Per esempio potremmo ritenerci delle persone che accettano tutti quanti, che amano tutti quanti, che non hanno alcun problema con nessuno. Ma un giorno alla tenera età di 50 anni scopriamo che il nostro vicino di casa è insopportabile, ci risulta insopportabile, ha qualcosa dentro di sé che non ci piace e allora…scava.. scava .. . in questo lato di ombra che non accetti… scava scava, scava scava, scava e magari ti emerge qualcosa. E scopri che il vicino di casa adesso mi ricorda il mio insegnante delle elementari che mi umiliava, che magari mi ha sgridato eccessivamente, quindi c’è un tema che non è stato rielaborato dell’infanzia. Oppure potremmo lavorare tantissimo sul ruolo del padre, della madre, sul coniuge.. eccetera sui nostri partner attuali, sui figli; arrivare magari a 40, 50 o 60 anni dicendo. “ma io il grosso del mio lavoro l’ho fatto su me stesso” e poi scopriamo invece che un giorno ci ritroviamo con il collega di lavoro che ci genera dei problemi.
Oppure ci trasferiamo andiamo a vivere in un’altra parte e cambiamo posto di lavoro. Il nuovo lavoro non ci piace, ha qualcosa che ci crea dei problemi. Allora esploriamo qualcos’altro, quindi il lavoro sull’ ombra è infinito; perché noi stiamo prendendo qualcosa che è inconscio e lo stiamo portando al conscio, lo osserviamo e possiamo superarlo. Se lo lasciamo lì e non lo vogliamo vedere, continuiamo a ignorarlo… esso agirà nella nostra vita per noi. Quindi scordiamoci di raccontarci le favole, la favola del principe azzurro, la favola della bella addormentata nel bosco.
Ogni volta la vita ci propone una sfida diversa, una sfida con l’Ombra.
Viviamo nella materia, la materia é “corruzione” del principio della Luce, qui non si può stare solo nella Luce, non si può essere solo buoni e non si può fare solo cose belle e giuste. Non si può profumare di rosa e basta, non si può non provare mai la rabbia, non si può non odiare. Almeno una volta nella vita queste cose le dobbiamo provare, poi possiamo scegliere. In realtà le proviamo molto più spesso. Facciamo un esempio lampante: quanto io mangio una fetta di pizza o un frutto è fragrante.. eccetera se invece io lo mangio fra tre settimane è marcio. Quindi non posso pensare che ci sia solo una parte delle realtà che mi piace, bella, carina e pulita fatta di unicorni e minipony; Dall’altra parte ho i demoni interiori o l’ombra e tutti quanti dobbiamo vedercela. E non basta vederlo una volta sola nella vita, non basta pensare che siccome sono arrivato a 30-40-50 anni ho già visto tutto poiché ho già lavorato su me stesso.
No! Ogni volta la vita ci propone una sfida diversa, una sfida con l’Ombra. E quindi non basta usare il pensiero positivo per contrastare l’Ombra. Al contrario posso in parte usare il pensiero positivo per migliorare la mia vita, ma in parte quando mi trovo i temi d’Ombra li devo per forza affrontare, accogliere e comprendere; devo scendere in quest’inferno personale per poi risalire. Più la nostra parte di Luce è grande, più la nostra parte di Ombra è grande
I Santi, i Santi Cristiani, hanno avuto enormi parte d’Ombra, enormi! Poi l’hanno superate, prendete ad esempio la storia di San Francesco. Pensate a grandi altre storie di grandi Santi o a Gesù Cristo che comunque ha dovuto affrontare le sue prove, ha avuto una parte umana con cui confrontarsi anche lui. E parliamo, per chi ci crede, di entità estremamente elevate.
Se invece pensate che siano solo archetipi, viviamoli come archetipi, mag anche che siano archetipi bisogna comunque affrontare il discorso di Luce e Ombra. Cosa succede quindi quando non riconosce la proprio Ombra? Si giudica! Si giudica e cerca di tenerla lontana per sempre. Qual è la soluzione? L’amore! Accolgo questa parte che non voglio vedere.
Allora che devo fare? Portarlo alla luce e al conscio
Altro esempio: anni fa quando una persona si riconosceva come pedofilo “fuggiva” nel clero prendendo la tolga. Perché? forse da un lato per poter essere immune, perché la chiesa lo proteggeva attraverso la omissione di informazioni; dall’altra forse perché sperava che con la preghiera e con la repressione potesse in qualche modo cancellare questa parte di sé. Adesso abbiamo fenomeni molto diffusi nel clero di pedofilia, perché in un mondo globalizzato e dedicato all’informazione non siamo più nel 1.500 dove le cose possono essere tenute segrete: la stampa le fa emergere. Cosa avrebbe dovuto fare la persona che si scopre in adolescenza pedofilo? Sicuramente non affidarsi al clero come soluzione. Ora non sono qui a dare soluzioni sulla pedofilia o su altri problemi ma semplicemente voglio ricordare che non è la repressione di un proprio in Ombra che ci porta a trovare soluzioni, anzi lo fa crescere di più.
Se io non sono soddisfatto della mia vita sessuale con la partner o il partner, se io questa cosa non la voglio vedere… la reprimo e continuo a dire. “non voglio, non voglio vederla”… succederà che questa cosa scomoda esplode con conflitti eccetera.
Allora che devo fare? Portarlo alla luce e al conscio. Rendermi conto che la mia parte di vita sessuale con la mia partner non mi soddisfa e ne parlo con lei. Facciamo una terapia di coppia, lo affrontano insieme, comunichiamo ma troviamo il coraggio di non mentire alla persona del cuore… di non mentire a noi stessi magari dopo che abbiamo mentito lungo.
Difficile, è difficile ci vuole tantissimo coraggio ma ci vuole tantissima onestà, integrità verso sè stessi. Prende il buio, portarlo alla luce e guardare il mostro in faccia invece che dire “il mostro sta solo in casa degli altri”.
Io vado nei centri olistici, io sono vegano, io sono una bravissima persona… è colpa di lui, lui, lui, lui…. è colpa di lei, lei, lei, lei.
… c’è sempre una piccola parte di Ombra anche in un Avatara.
Riflessi dell’ombra che ho dentro, microcosmo e macrocosmo, ciò che ho dentro è un riflesso di ciò che c’è fuori e viceversa. Quella cosa che mi fa male vuol dire che è da esplorare. Sto offendendo qualcuno? Sto offendendo me stesso. Cosa c’è di me che non accetto? Che è in Ombra? Che non voglio vedere? Quella persona cosa mi sta portando alla luce? Se accuso qualcuno, un dito è diretto verso l’altro, ma tre dita sono rivolte verso me stesso. Comunque non pensiate che se io sono qui a fare questo discorso non abbia parti in Ombra. Le ho anch’io e ci sto lavorando, ci lavorerò per il resto della mia vita.
Quando una parte di me in Ombra emerge, magari durante una conferenza, magari durante un lavoro sciamanico, magari durante la vita privata ci sono subito persone pronte ad additare. Allora tu non sei un maestro! Perché hai dell’Ombra!
Prima di tutto io non sono un “Maestro”. Sono un essere umano e ho delle parti in Ombra. Anche Sai Baba o Amma possono avere delle piccole parti in Ombra…. farò tremare il cielo perché certe persone essi sono solo Luce! Nel momento in cui un Avatar entra in un ciclo “Samsarico” di incarnazione, anche se ha uno scopo di Luce, anche se ha una missione… c’è sempre una piccola parte di Ombra che si porta dietro.
Quindi quando le persone ci fanno notare qualcosa di noi c’è spesso qualcosa di potenzialmente vero, se noi sentiamo che questo ci fa un po’ arrabbiare e ci colpisce in qualche modo.
Buone riflessioni
Namastè
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