NOTA INFORMATIVA:
Ricordiamo che i trattamenti sciamanici, trattamenti, spirituali e insegnamenti non sostituiscono i comuni, consueti e normali trattamenti e cure mediche praticati da medici qualificati.
La pratica sciamanica non è volta ad effettuare diagnosi mediche, no, sostituisce in alcun modo cure mediche appropriate o terapie professionali per problemi mentali, la pratica sciamanica, gli insegnamenti spirituali, non sono pareri medici e non devono essere considerati come tali.
La facilitazione di pratiche magico-sciamaniche, spirituali e relativi trattamenti e riti sono destinati al benessere dell’individuo e non creano un rapporto medico-paziente.
La pratica magica o sciamanica e spirituale non si rivolge alla risoluzione di problemi mentali, nè vengono accettati clienti con problemi mentali o sotto cura psichiatrica.
Introdurre o no i bambini a tematiche e pratiche di ordine spirituale?

Salve a tutti sono Alex Peverada operatore olistico ed operatore esoterico specializzato in tecniche sciamaniche e tecniche magiche
Oggi vorrei parlarvi dell’educazione spirituale dei bambini dal mio punto di vista cioè, che cosa intendo per educazione spirituale? Intendo se è bene o no introdurre i bambini già a tematiche di ordine spirituale e a pratiche di ordine spirituale; se seguite il mio canale sapete che ho realizzato una meditazione, la meditazione del fiore per bambini con l’aiuto di mio figlio, ho fatto praticare a mio figlio questa meditazione, è l’unico video che ho fatto con mio figlio, ringrazio la mamma che ci ha dato il permesso, probabilmente sarà anche l’unico o al massimo ne farò pochi perché comunque sia penso sia più giusto così cioè, la mia posizione è che è importante lasciare che i bambini vivano “giustamente” la loro età.
Vi ricordo qualora questo video vi potrà piacere, di iscrivervi al mio canale Youtube LuxNova, alla pagina Facebook LuxNova e Alex Peverada, se volete partecipare ad eventi o ricevere una consulenza individuale, un trattamento sciamanico, potete prenotarvi tramite il sito www.lux-nova.it
Cosa intendo per “lasciare liberi i bambini”? Intendo dar loro la possibilità di vivere la loro età

Cosa intendo per “lasciare liberi i bambini”? Intendo dar loro la possibilità di vivere la loro età; io credo che un bambino che manifesti interessi spirituali o esperienze spirituali da un lato non vada castrato quindi non vada negato il suo interesse verso queste tematiche ma, nemmeno va necessariamente instradato verso una strada che non gli appartiene solo perché i genitori sentono questo bisogno di vivere la spiritualità nella loro vita. Capita spesso che alcune mie clienti mi dicano “io da piccola vedevo morti, vedevo gli angeli eccetera” oppure che i loro figli vedono gli angeli, parlano con gli angeli, gli angeli li portano dei messaggi in sogno, oppure “mio figlio/ mia figlia è molto sensibile sente, parla coi cristalli, ha un rapporto particolare con gli animali, ha un rapporto spirituale”… queste sono inclinazioni presenti in anime evolute di bimbi e bambine sensibili che non vanno castrati dicendo loro “non devi fare questo, sono tutte stupidate”.
Rudolf Steiner attraverso la sua pedagogia sul lavoro filosofico – antroposofico in quanto lui stesso era estremamente sensibile verso queste tematiche, estremamente percettivo, struttura una forma di pedagogia che ancora è portata avanti nelle scuole Steineriane, segue comunque un andamento estremamente spirituale, transpersonale e molto libero di educazione ma, al di fuori di questi percorsi, io credo che un genitore – per lo meno io cerco di comportarmi così – dovrebbe lasciare il bambino libero di esprimere le proprie inclinazioni, sia che siano spirituali o che non siano spirituali.
Se nostro figlio, nostra figlia non manifesta interesse a tematiche spirituali è inutile insistere

Cosa significa? Se nostro figlio, nostra figlia non manifesta interesse a tematiche spirituali è inutile insistere perché a noi ci piacerebbe avere un bambino indaco (per chi non lo sa, il bambino indaco è una tipologia di bambino identificato con un certo tipo di filosofia spirituale tra cui anche antroposofica che indica che questi bambini sono i nuovi bimbi evoluti con particolari tendenze extrasensoriali percettive e con una storia spirituale molto lunga di reincarnazione.
Se nostro figlio piuttosto che andare al centro olistico con noi a seguire una meditazione per bambini, vuole andare a giocare a calcio, io credo che non dovremmo castrarlo e insistere perché segua la strada che noi genitori riteniamo giusta per lui ma che potrebbe poi creare una sorta di avversione verso una tematica verso la quale non si sente pronto.
So che in ambiente cattolico, quindi non in un ambiente olistico o comunque né pagano, né animista eccetera, il bambino viene cresciuto coi valori cristiano-cattolici fin da piccolo, a partire dal Battesimo in poi; non tutti si identificano nel mondo moderno con questi valori quindi tendenzialmente un’educazione spirituale di tipo non religioso è lasciata eventualmente all’influenza del genitore e alle scelte dei genitori.
Dove sta il confine fra le inclinazioni del bambino e le scelte o pressioni del genitore?

Dove sta il confine fra le inclinazioni del bambino e le scelte o pressioni del genitore?
Non è facile stabilirlo però penso che se esistono figure specifiche come educatori con un punto di vista transpersonale o meglio ancora pedagogisti con un punto di vista transpersonale sarebbe meglio lasciare a loro il processo di educazione e, in ambito casalingo – familiare occuparcene noi genitori. In ambito scolastico ed extrascolastico si può pensare all’educatore che ha studiato per questa cosa giustamente, in ambito familiare ci pensa il genitore e quindi se quest’ultimo segue un percorso spirituale dovrà porsi delle domande: “cosa faccio? Cosa dico a mio figlio che sono operatore reiki, che sono facilitatore di tecniche esoteriche, tecniche olistiche e in che misura glielo racconto e glielo spiego?”
Soprattutto quando facciamo l’operatore in un settore magari particolare, come nel mio caso per cui mi occupo di sciamanesimo, da un lato dobbiamo avere ancora quella congrua autostima che ci consente di non vergognarci del nostro lavoro, di viverlo con serenità, molte persone che seguono queste pratiche spirituali olistiche in maniera amatoriale, non professionale scelgono di nascondere la loro identità al mondo.
Conosco persone che magari lavorano in banca e su Facebook utilizzano un nickname falso senza le proprie foto personali perché non gli piace o non le piace dare spazio pubblicamente alla loro attività passionale, non vanno a raccontare sul luogo di lavoro che il weekend suonano il tamburo insieme ad altre persone.
…è importante saper comunicare ai propri figli il lavoro che facciamo o saperlo comunicare ed educare nella misura che loro possono accettarlo…

Per chi lo fa di professione non può non esporsi mediaticamente se vuole cercare clienti, se vuole cercare lavoro, magari può non esporsi quanto me ma condividere le foto su Facebook, avere un sito Internet professionale, può aiutare quindi è importante saper comunicare ai propri figli il lavoro che facciamo o saperlo comunicare ed educare nella misura che loro possono accettarlo perché potrebbe anche creare problematiche di tipo sociale e di bullismo magari nell’ambiente scolastico e nell’ambiente delle frequentazioni di altri genitori, altri bambini.
Non è facile dire al proprio figlio “papà è Maestro Reiki e mamma è sciamana”, sapendo che magari un bambino andrà a scuola e dovrà spiegare agli altri bambini questo lavoro, con il rischio che venga deriso, perché non tutti i bambini sono educati dai genitori al rispetto del diverso.
Molti operatori esoterici nascondono la propria attività ma l’operatore olistico tende a essere più aperto.. e quindi le sue scelte vanno ad impattare sui figli

La credenza altrui è un fattore da considerare in maniera estremamente delicata, l’operatore esoterico oscuro non lo prendo nemmeno in considerazione perché non accade mai che la persona dica al proprio figlio: “faccio magia nera, vai pure a dirlo a scuola”.
Molti operatori esoterici nascondono la propria attività per vari motivi di cui ho già parlato ma l’operatore olistico tende a essere più aperto, perché ha una concezione di vita anche diversa da quella dell’uomo della strada comune, dell’ateo, dell’agnostico o del cattolico, tende a premiare una visione olistica della realtà e quindi tende a prendersi cura del proprio benessere e di quello altrui sia nel mondo del lavoro, sia nella propria vita e quindi inevitabilmente le sue scelte di vita vanno ad impattare sui figli più o meno quella sensibilità che un operatore olistico può avere.
Questo non significa che non sia padrone di emozioni come rabbia, tristezza eccetera o che sia un super individuo migliore degli altri, né un migliore papà, né una migliore mamma, semplicemente fa delle scelte di vita, la casa di un operatore olistico riflette risvolti della personalità.
Educare significa tirar fuori, ex-ducere, tiro fuori il meglio di quel bambino, istruire significa dare delle istruzioni

Magari ci sono cuscini di meditazione, magari ci saranno poster sui chakra, magari ci sono statue del Buddha o tappetini di yoga: è chiaro che quando si entra nella casa di un operatore olistico magari può apparire diversa, come possono apparire diversi i giochi che gli operatori olistici come genitori fanno al loro bambino o i libri che regalano.
Bisogna porsi delle scelte ogni giorno e poi tutto l’anno, non mi sento di giudicare e non reputo giusto o sbagliato scelte più marcate e scelte più soft, io ho scelto di educare mio figlio ad una vita abbastanza normale, che poi normale è relativo, c’è una vita che sia il più possibile vicino a quella che offre la società quindi vuoi andare a calcio, vuoi guardare la partita il sabato sera, non lo impedisco anzi! Se devo iscriverti a un corso di yoga o a calcio magari come adulto sceglierei il corso di yoga ma, se sento che tu figlio mio, sei fortemente orientato verso il calcio e dello yoga non dimostri interesse, perché devo insistere?
Lì si passa forse da educazione a istruzione perché educare significa tirar fuori, ex-ducere, tiro fuori il meglio di quel bambino, istruire significa dare delle istruzioni perché ti devo dare delle istruzioni che non ti appartengono, perché non devo seguire le tue inclinazioni.
Il figlio di un Maestro Reiki diventa il nuovo Balotelli? Pazienza, se quella è la sua strada per la sua anima lasciamogliela fare.
Soppesare bene, attentamente l’equilibrio fra inclinazioni, predisposizioni e processi educativi

Il mio consiglio è quello di soppesare bene, attentamente l’equilibrio fra inclinazioni, predisposizioni e processi educativi, soprattutto nel caso di bambini un po’ problematici, un po’ sensibili, a quel punto farsi supportare dall’aiuto di un pedagogista, una pedagogista che dà un supporto professionale ai processi educativi e chiaramente se siete genitori pedagogiste e pedagogisti, educatori, non avete bisogno di altro.
Io penso che forse, far vivere ai bambini una vita un po’ meno spirituale e un po’ più tradizionale, può aiutarli a trovare un loro posto nel mondo facilmente sentendosi parte più facilmente del proprio gruppo scolastico, del proprio gruppo di amici, gli amici di quartiere, del giardino, degli amici che conoscono già, l’importante credo che sia la moderazione, al giorno d’oggi vedo bambini ristorante che hanno a due anni (anche meno) per un’ora di fila, il cellulare in mano a giocare, a guardare video, così i genitori sono più tranquilli.
Da un lato è un comportamento che io non apprezzo, da un lato è importante educare i bambini alla tecnologia, è importante educare i bambini a strumenti che possono essere diabolici, possono corrompere la loro spiritualità. Però portarli dentro il virtuale, il materiale ma nel contempo aiutarli a padroneggiare questi strumenti perché comunque gli serviranno nel processo lavorativo e di crescita perché no?
Una società orientata questi verso questa direzione è faticosa, questa fatica la sentiamo noi adulti che a volte non sappiamo moderarci con l’uso di questi strumenti: troppa televisione piuttosto che troppo tempo sui social, troppo cellulare, figuriamoci un bambino!
Un’educazione che sia a cavallo fra materia, tecnologia, scienza…e spirito nella misura in cui è in grado di recepirlo

Quindi è importante dargli questi strumenti, dargli un’educazione che sia a cavallo fra materia, tecnologia, virtualità, scienza senza dimenticare il mondo dello spirito ma, darglielo nella misura in cui loro sono in grado di assorbirlo e recepirlo. Questo significa come genitori a rinunciare a qualche nostra aspirazione, se vediamo che il bambino non è ricettivo verso lo spirito, è inutile insistere, se vediamo che è ricettivo però dobbiamo dargli il tempo di raggiungere la maturità per poterlo affrontare questo percorso spirituale e secondo me si può tranquillamente procrastinare, si può tranquillamente educare il bambino con un’educazione più o meno cristiana e lasciare che poi nel tempo da adolescente o addirittura da adulto, sviluppi le proprie scelte spirituali.
Io ho avuto una chiamata spirituale abbastanza precoce intorno ai 19/20 anni ma l’avevo avuta anche prima, non l’ascoltavo, non la capivo, non avevo figure che mi aiutavano. Una volta maggiorenne ho fatto le mie ricerche ma col senno di poi mi rendo conto che comunque sia, a vent’anni si è ancora troppo giovani, non perché non ci si debba informare ma perché magari a vent’anni, fai bene a berti una birra con gli amici o a giocare a calcetto, ci penserai a 40/50/60 anni a fare un bilancio sulla tua vita spirituale.
È una mia idea, a 40/50 anni rivedi e ricevi un’iniziazione di reiki con una testa totalmente diversa rispetto a vent’anni. Questo non significa che tu non possa aver ricevuto a vent’anni il primo livello di reiki, penso che nel frattempo si debba lasciare al ragazzo, al bambino, la possibilità di compiere le proprie scelte.
Il motivo per cui io non lavoro con minorenni – a volte i miei clienti mi dicono di aiutare i loro figli minorenni – è perché non ho ancora una struttura solida per reggere l’impatto di lavoro sciamanico, a volte rifiuto anche persone maggiorenni molto giovani ed evito i problemi correlati alla figura dello psicologo.
Potremmo rischiare di creare dei bambini “diversi” ma non “diversi” in senso positivo

Non comincio a lavorare sui tuoi traumi spirituali o sui percorsi spirituali o sull’aprirsi alle energie a vent’anni a meno che non hai proprio una chiamata fortissima e comunque anche lì non hai la saggezza per reggere l’impatto che queste cose hanno sulla vita quotidiana quindi, non mi sento di fare il guru però, secondo me un approccio soft alla spiritualità per i bambini, un coinvolgimento blando e una educazione tradizionale conforme agli standard della società, può essere un inizio migliore rispetto allo spostare un bambino da una società, che comunque riteniamo malata perché ha molti limiti ma anche dei pregi, ad un modo di vivere che magari non gli appartiene.
Potremmo rischiare di creare dei bambini “diversi” ma non “diversi” in senso positivo (se poi tuo figlio è il nuovo Padre Pio e sai che a vent’anni dà lezioni di spiritualità agli adulti , va bene, sono un caso limite, ascoltiamolo come il Cristo insegnava nel tempio sin da bambino, sono casi limite).
Questa è la mia idea, il mio approccio moderato, a mio figlio ora ho comprato la sua piccola campanina tibetana, ho comprato il suo tamburo perché lo voleva anche lui avendo visto che lo possedevo. Però è un bambino che trascorre del tempo a giocare a calcio, leggere Topolino e magari guarda i cartoni, va bene così, a me va bene così, perché dovrei dirgli no?
No Simo, dai adesso vieni su dal giardino, non giocare più a calcio, suona il tamburo un po’ con me, se sento che lui questa cosa non la accoglie, se lui mi dice “preferisco giocare a calcio, papà”, perché dovrei violare il suo spazio energetico già da bambino instradandolo?
Forse quando sarà adulto ritroverà la sua campana, la guarderà e dirà –se vorrà – ok, papà, insegnami ciò che non hai voluto insegnarmi da piccolo!

Quando sarà adulto ritroverà la sua campana, la guarderà e dirà –se vorrà – ok, papà, insegnami ciò che non hai voluto insegnarmi da piccolo! Gli dirò “sì, non eri pronto o non avevi questa inclinazione, ora sei pronto perché sei tu che viene da me e mi chiedi”.
Oppure guarderà la campana tibetana, la appoggerà e diventerà un ingegnere o un ragioniere, un commercialista, un avvocato che non ha alcun interesse spirituale, non mi sentirò responsabile di questa scelta, per lui ci sarà sempre la porta aperta per il mio mondo, sa che può entrarci, sa che può uscirci, rispettare la sua volontà, questa è la mia filosofia, il mio modo di vivere il rapporto educativo con mio figlio, poi non giudico altri rapporti, ognuno fa ciò che è meglio per i propri figli e mi farebbe piacere che me lo raccontaste o che mi raccontaste aneddoti o esperienze nei commenti a questo video.
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Nota: il testo potrebbe avere ricevuto piccoli modifiche in relazione al video, con l’unico obiettivo di essere reso più fruibile e scorrevole all’utenza web rispetto al dialogo originario.
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