
Lo SCIAMANO di Witsen.
La prima rappresentazione (1692) conosciuta di uno Sciamano Siberiano, realizzata dall’ esploratore olandese Nicolaes Witsen, che ha scritto un resoconto dei suoi viaggi tra i Samoyedi e i Tungusi. Witsen etichettò la figura dello Sciamano come un ” sacerdote del Diavolo”, definizione che ovviamente al giorno d’oggi sappiamo essere totalmente fuorviata.
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COSA È LO SCIAMANESIMO?
Lo sciamanesimo o sciamanismo (termine che deriva dalla parola siberiana “shaman”, nel dettaglio popoli di etnia Tungusi/Evenki), è una pratica spirituale e modalità di relazione con il mondo degli Spiriti, in taluni casi alcuni studiosi si sono spinti a definirla una Religione; l’assunto base dello Sciamanesimo è che ogni essere vivente e non vivente ha uno spirito, con il quale lo Sciamano può entrare in relazione, possiamo pertanto definire lo Sciamanesimo una pratica e Religione basata sull’Animismo. La più antica forma di relazione spirituale e con il sacro, risalente fino a 20.000 anni fa.
Sebbene il termine Sciamano sia, come abbiamo detto, di origine Tungusa per estensione antropologi e studiosi moderni lo hanno applicato anche ad altre culture e contesti differenti che mostravano analoghi tratti in comune: dal “Medicine Man” dei Nativi Americani, sino al capo religioso dei Dogòn del Mali.
Il più famoso studioso di storia delle religioni e accademico della storia, Mircea Eliade, nella sua monumentale opera “Lo Sciamanismo e le tecniche dell’Estasi” fornisce la definizione più accettata e accreditata, sia da parte del mondo accademico che operativo.
Lo Sciamano è “un maestro di tecniche primordiali di trance o estasi”. Làddove per trance si indica uno preciso o una serie di precisi stati alterati e non ordinari di coscienza, raggiungibili a proprio piacimento da parte dello Sciamano.
Sebbene nella introduzione del libro sia Mircea Eliade stesso a definire lo Sciamanismo “Mistica, Magia, e «Religione»”, trovo la sua definizione di Sciamano incompleta.
Il suo punto di vista, accademico e non esperenziale, risulterà sicuramente stretto a chi pratica sciamanesimo tradizionale o neosciamanesimo; consapevole della portata e struttura del fenomeno.
Come infatti sostiene Ioan Myrdinn Lewis in “Le religioni estatiche : studio antropologico sulla possessione spiritica e sullo sciamanismo” la trance può essere indipendente dal fenomeno di possessione, dalla relazione con gli spiriti e dallo sciamanismo.
La definizione più calzante che ho partorito per uno Sciamano è “Maestro della relazione con gli spiriti e i loro mondi: cosciente, in stato alterato di coscienza o in trance.”
La grande differenza, quindi tra la mia definizione e quella di Mircea Eliade è che la trance è per me solo un mezzo e non un fine. In Mircea Eliade sembra che l’estasi o trance, in quanto stato alterato di coscienza, connoti lo status di sciamano. Per me invece denota solo una delle modalità, la più frequente, con cui lo Sciamano si relaziona al mondo dello Spirito.
Di seguito i requisiti per definire e distinguere lo sciamano da altra forma di praticante di magia, stregoneria o attività sacro-cerimoniale.

Iniziato Hamatsa. 1914
Presubilmente quello che noi occidentali definiremmo uno “Sciamano“, della tribù di Kwakwaka’wakw, Hamatsa è un culto tribale della zona del Nordo Ovest del Pacifico (stati uniti).
Il culto è basato sullo spirito Baxbaxwalanuksiwe e altri suoi spiriti ausiliari, nel dettaglio Spiriti simili a corvi.
E’ evidente che il soggetto della foto mostra segni tipici di trance, si notino gli occhi, e la postura nonchè l’espressione del viso e mani ricordano proprio l’atto di mimare perfettamente un volatile.
Con buona probabile nel momento lo Sciamano stava incorporando (quindi era posseduto) da uno spirito del Pantheon Hamatsa.
Fonte foto: Wikimedia.org
REQUISITI PER UNA DEFINIZIONE DI SCIAMANO
I tre punti cardine che definisco la pratica sciamanica sono:
1- La relazione con gli spiriti, in stati lucidi o alterati di coscienza.
2 – Il “Viaggio Sciamanico”.
3 – La “possessione” o incorporazione degli Spiriti.
4 – La capacità e possibilità di guarire un soggetto.
Approfondendo:
1 – Lo Sciamano è colui che ha una relazione stabile con il mondo dello Spirito, sia in trance che da cosciente. Non sempre è necessario uno stato alterato di coscienza profondo, a volte può essere assente; soprattutto negli individui più esperti e/o dotati. Lo Sciamano potrebbe ad esempio comunicare, relazionarsi con gli Spiriti o percepirli anche nello stato cosciente. Sebbene la trance estatica sia la modalità tipica, più funzionale e più frequente con cui viene gestita l’alterazione.
2- Lo Sciamano effettua quello che in occidente Antropologi, studiosi e praticanti hanno ridefinito “Viaggio sciamanico”. Ogni cultura ha la sua modalità per descriverlo ma sostanzialmente risulta essere un percorso, un viaggio psico-spirituale, una modalità precisa di connessione con il mondo degli Spiriti. Modalità peculiare, che differisce da altre forme magico-religiose. Ad esempio l’evocazione o invocazione magica tipica dell’esoterismo occidentale o dalle visioni mistiche delle religioni monoteiste.
3- La possessione spiritica o incorporazione degli spiriti è una delle colonne portanti dello Sciamano, sebbene Mircea Eliade la consideri erroneamente una forma degradata di Sciamanesimo, essa ne rappresenta una delle facoltà principali. Nel momento in cui lo Sciamano entra in relazione con gli Spiriti tramite la possessione funge da “medium”. Diventa un canale per l’espressione degli spiriti nel mondo, per effettuare guarigioni e comunicare con i viventi. In realtà il potere non è dello Sciamano in sé ma dello Spirito che lo possiede e agisce per tramite dello Sciamano.
Ovviamente la possessione dello Sciamano può essere leggera o parziale, con specifici segni, e non implica affatto che lo Sciamano sia “posseduto contro volontà da entità demoniaca” (tipica concezione faziosa e parziale sostenuta dalla Chiesa Cattolica in merito a un fenomeno poco e mal indagato).
Questo non significa che non esista la “possessione demoniaca” indicata dalla Chiesa, ma che essa sia un fenomeno più raro e specifico, e che sarebbe opportuno distinguere con il termine “infestazione spiritica”.
4 – La capacità e possibilità di guarire un soggetto. Sul piano spirituale, e/o emotivo, e/o fisico.
Premettendo che la guarigione sciamanica non può e non deve sostituire la medicina ufficiale occidentale, può però integrarla. L’intervento sciamanico giunge sul piano spirituale, ad esempio rimuovendo entità indesiderate che hanno attaccato un individuo o recuperando “frammenti” d’anima perduti. (si veda gli specifici approfondimenti)

La natura è sacra.
La relazione con la natura è fondamentale dal punto di vista sciamanico, sia in termini di visibile che invisibile. L’equilibrio e lo squilibrio di forze naturali, la relazione con entità di natura, sono centrali per ogni processo sciamanico di guarigione.
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ALTRE FACOLTÀ DELLO SCIAMANO
Alcuni punti importanti, che non definiscono la pratica sciamana, ma eventualmente ne completano la conoscenza e comprensione sono:
1 – Capacità di divinazione.
2 – La relazione con dimensioni spirituali differenti.
3 – Un rapporto “privilegiato” ma anche “dipendente” con la natura, gli elementi e i suoi spiriti.
Approfondendo:
1 – Capacità di divinazione.
A seconda della Tradizione di riferimento lo Sciamano può utilizzare più tecniche e strumenti, dalla divinazione con il tamburo, a quella con le ossa, sino all’utilizzo e interpretazione dei segni naturali (versi di animali, volo d’uccelli…etc…)
2 – La relazione con dimensioni spirituali differenti. Siano esse quelle dei defunti o di altre entità. Lo Sciamano è in grado di viaggiare nelle dimensioni (di norma, tre: mondo superiore, di mezzo e inferiore) e nei suoi strati intermedi.
In esse contatta, interagisce, lotta, aiuta o si fa aiutare da Spiriti (oppositori o aiutanti) al fine di effettuare guarigioni, accompagnamento di trapassati o recupero di anime di persone viventi. Conoscenza di guide e animali di potere…etc..
Anche la dimensione del “sogno”, esattamente, viene considerata una dimensione “reale” entro cui si può lavorare per apprendere informazioni, elaborare la propria conoscenza e percorso.
3 – Un rapporto “privilegiato” ma anche “dipendente” con la natura, gli elementi e i suoi Spiriti. Tutti gli esseri viventi sono dipendenti dalla natura e interdipendenti; ma lo Sciamano ha “un canale privilegiato”.
Generalmente è scelto dagli Spiriti, che lo convocano con “una chiamata”, spesso una malattia, che essi stessi risolvono in cambio dei suoi servizi alla comunità.
Non ne risulta, però un fatto di ego, lo Sciamano è un servitore della sua comunità, e degli Spiriti. Un intermediario tra i mondi.
E lo sciamanesimo diventa per lui una “esigenza”, immergersi nella natura, isolarsi, “sciamanizzare”, suonare il proprio tamburo o strumento, servire gli Spiriti di natura, diventano parte integrante del suo “modus vivendi”. A cui non può sottrarsi, pena la sofferenza interiore, la malattia…fino alla morte.
Numerose sono le leggende di nativi e uomini tribali che parlano di “sottrazione” o “rapimento” di bambini da parte di Spiriti di natura o Sciamani per farli prima vagabondare nella giungla per giorni, poi ammalare e diventare essi stessi Sciamani. Spesso dopo una dolorosa Iniziazione interiore e malattia o problema fisico.
Una forzatura per la mentalità Occidentale, ma che nasconde un innegabile simbolismo Iniziatico e Trasmutatore.